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ma allora il mio approccio al mondo della muscia era ancora molto naïf. Facevo dischi perché ero curioso, volevo vedere come funzionava uno studio di registrazione, come venivano accolte le mie canzoni. C'è stata, per qualche anno, una beata incoscienza che mi ha portato ad accettare arrangiamenti o concetti che magari non mi piacevano. È che io ero ancora troppo incerto e impreparato per sapere che cosa volessi davvero. Di sicuro, una cosa che volevo era sviluppare un discorso compiuto in uno spazio più ampio del 45 giri. Sono stato tra i primi a concepire l'album come prodotto unico, come idea. Prima d'allora, i cantanti incidevano un album solo dopo aver raggiunto il successo e spesso i primi dischi altro non erano che raccolte di singoli. (it) |