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mi ha mandato nell'ufficio dove stavano discutendo l'UEFA con l'autorità locali, e il presidente nostro, il presidente del Liverpool, per prendere una decisione in un momento così drammatico perché continuavano ad arrivare notizie di morti in aumento, per ciò la decisione da prendere in quel momento era piuttosto, direi, sofferta e mi ricordo che il presidente ha deciso di non giocare e Boniperti ha detto che per rispetto ai morti non voleva giocare, e mi ricordo che il borgomastro della città, il sindaco ha detto che se non giocavamo la responsabilità di tutto quello che succedeva era della Juventus, era del presidente della Juventus. Allora, Boniperti ha detto: «Noi stiamo a quello che dite voi, a quello che decide l'UEFA e l'autorità militari. Se decidete che dobbiamo giocare, noi andiamo in campo». È stato deciso in questa maniera, hanno detto che la partita era valita sotto tutti i punti di vista e sono andati in campo. Allora, io sono corso di nuovo nello spogliatoio dove erano distrutti i giocatori e diciamo che bisognava cominciare ad allenarsi di nuovo e riprendere appunto l'allenamento perché la partita veniva giocata e mi ricordo che ho subito uno stress e una preoccupazione che non m'era successa in vita mia. (it) |