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La visione orientalista delle Sacre Scritture diventa addirittura popolare con le edizioni illustrate della Bibbia, da quella di Gustave Doré del 1866, fantasiosa ma con precisi riferimenti orientali, a quella diffusissima curata da James Tissot, il quale inserisce vedute delle città, mappe, ricostruzioni architettoniche e rilievi topografici delle stazioni sacre con il fine di rendere attendibile un'archeologia biblica altrimenti falsata, come sostiene il curatore, dalla fervida immaginazione degli artisti. In un senso o nell'altro, la spinta a ricercare le testimonianze viventi delle Sacre Scritture nella realtà orientale del momento, e a permearne un Occidente disincantato, viene rilanciata nel secondo Ottocento dal tentativo neospiritualistico di riaffermare il primato della fede nell'èra del materialismo scientifico. (it) |