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Prima ti esibivi con il tuo gruppo e poi fungevi da accompagnamento a qualcuno più famoso di te. In genere andava tutto bene, ma capitavano sere in cui niente andava per il verso giusto. Tipo quella sera. Non ricordo con esattezza se la stella fosse Nunzio Gallo, allora popolarissimo, oppure Narciso Parigi, uno stornellatore toscano che aveva una voce da tenore leggero. Credo fosse Nunzio Gallo. Per farla breve, nessuno dei Gatti conosceva le sue canzoni e nemmeno sapeva leggere gli spartiti, che erano enormi, grandi come lenzuoli. Noi bluffammo alla grande e rassicurammo Nunzio Gallo dicendo che ci avrebbe pensato il pianista, a seguirlo. In realtà, il pianista, cioè Marino, non aveva la più pallida idea di dove andare a parare e così dava delle martellate sui tasti da far venire il mal di mare. Da gran professionista qual era, Nunzio Gallo continuava a cantare cercando di non andare fuori tempo, ma tra una canzone e l'altra si voltava verso di noi dicendo a mezza voce ma in realtà ben udibile a tutti: "Ma che cazzo sta facendo quell'idiota?"- Mosso a compassione, provai ad accompagnarlo io con la chitarra, ma riuscii solo a limitare i danni. Fu un'esperienza devastante. (it) |