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Curiosamente questo film oscilla tra uno stile televisivo, tutto immediatezze realistiche, linguaggio asciutto, macchina in mano, ed una prestazione da teatro dei mattatori, con un Manfredi superlativo, che parla, gestisce, si muove, balza da un angolo all'altro delle inquadrature, come se fosse sul palcoscenico. Sicché la "storia", decisamente deamicisiana e all'insegna dei buoni sentimenti, acquista, grazie all'attore una serie di sfumature, di coloriture, di tratteggi che variano piacevolmente con efficacia dal comico al patetico, ben governati da una regia professionalmente assai corretta, da una sceneggiatura garbata e da una prestazione di Manfredi sotto ogni aspetto eccellente. (it) |