so:text
|
Per tanto tempo, almeno fino ai 30 anni, esattamente sino al 29 maggio 1985, sono riuscito a rigirare fra le mani il pallone, e, in generale, il mondo del calcio, come un giocattolo. Anzi: come "il Giocattolo", con la "G" maiuscola, una affascinante e spassosa appendice dell'infanzia. Dentro un recinto ideale, avevo collocato figurine, prati, porte, tacchetti, stadi, spogliatoi, penne, taccuini, rotative, microfoni, telefoni, transistor... le campane della domenica, le code ai botteghini, le attese sulle gradinate, i fischi di inizio contemporanei, e le voci senza volto di "Tutto il calcio". Guai a modificare l'equilibrio! Un romanzo popolare che suggeriva il quesito "ma come saranno riusciti, nei secoli scorsi, a fare a meno del calcio?". Era una domanda carica di romanticismo e di superficialità, perché più il calcio conquistava le folle, e più era destinato a calarsi nella società. (it) |