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La vita di un uomo, massime d'un artista, non va ben compresa, se non si confronta ai tempi ed alla società in cui trascorse, perché, come talvolta l'ambiente circostante aiuta l'ingegno a trovare la manifestazione esteriore che gli è più adatta, così tal,altra lo frastorna, gli oppone ostacoli e lo devia dal vero. Allora avviene, che, sebbene l'uomo si lasci vincere dalla corrente, nondimeno, nell'intimo dell'animo sente una scontentezza e una secreta lotta, dalla quale tenta invano di cavarsi fuori. Allora, questo scontento, questa lotta delinea la sua personalità morale e costituisce l'arcano della sua esistenza. Onde, chi vuol conoscere compiutamente quest'uomo deve investigare appunto i penetrali dello spirito di lui; ed allora gli accadrà spesso di sorprendere sé medesimo in una simile interrogazione: forse che costui non era nato per essere maggiore di ciò che è apparso? forse che le sue opere non sono inferiori al suo pensiero, alla sua cultura, al suo ingegno? Se fosse nato in altro tempo, in un diverso andamento di studii, di opinioni, di gusto artistico, che cosa non sarebbe egli divenuto? E così, mentre di certi uomini avviene che la vista delle loro opere ci faccia nascere un concetto superiore al vero essere di quelli, e quando li conosciamo meglio si attribuisce in parte al caso la loro riuscita, di certi altri uomini invece ci accorgiamo, abbracciando con lo sguardo tutta la loro personalità, che furono diversi da quel concetto che possiamo formarcene, mirando le loro opere esteriori. Or così a me pare che debba guardarsi la vita artistica del nostro compianto amico: non solo nelle sue opere; anzi meno nelle sue opere che in tutto lui stesso, nel contrasto del suo ingegno di artista, nel secreto scontento che forse lo accompagnò sino alla tomba. (it) |