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Speravo che il mio analista didatta prima o poi si congratulasse con me per il risultato ma non diceva niente. Non una parola. Quando uscì su La Stampa una recensione di Laura Carassai che definiva il mio programma di Rai3 "Il successo teatral-televisivo dell'anno", ero al settimo cielo. Feci una fotocopia e me la misi in tasca per tirarla fuori durante la seduta e metterla sulla sua scrivania. Ma quando lo cercai nelle tasche "il successo teatral-televisivo" non c'era più! Sparito. Pensai di aver fatto un lapsus lasciandolo la recensione a casa ma restai zitto. Dopo la seduta, quando per strada cercai le chiavi della moto mi ritrovai il ritaglio della Stampa tra le dita. Mi diedi da solo tre o quattro interpretazioni, pensando al modello di Kohut e alla circolarità tra transfert e controtransfert. Tornai indietro nel portone e infilai la recensione nella buca delle lettere dell'analista. Ma lui non disse mai una parola. E nemmeno io. Oggi capisco che, da quel punto in poi l'analisi fu inutile. Anzi dannosa. (it) |