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Sì, perché era un dibattito continuo, era una vita frenetica. Io in pratica non possedevo niente, tutto quello che avevo era l'organizzazione: sia dal punto di vista degli affetti, sia dal punto di vista della casa in cui abitavo. In sostanza ero lì e ormai era diventato più che un mestiere, ero dell'organizzazione mano e corpo. Quindi anche il fatto di dovermi rifare una vita non era così semplice, anche le difficoltà ad andar via. Non il fatto che loro mi dicevano: "Guarda che se vai via ti ammazzo", questo non esiste, pian piano ti avrebbero dato il permesso di andar via. Però ero talmente legato a quel meccanismo, anche dal punto di vista logistico. Ogni cosa che avevo fatto l'avevo fatta più o meno bene grazie alla struttura dell'organizzazione, all'esperienza dell'organizzazione; quindi qualsiasi cosa diventava quasi insormontabile: una carta d'identità, dei soldi, cercarsi un lavoro. A 27 anni non era così facile procurarsi queste cose qui. (it) |