Mention321737

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so:text Intanto i protagonisti: il padre è don Cesare Lanza, conte di Mussomeli; la vittima si chiama Laura Lanza di Trabia, moglie del barone di Carini, Vincenzo La Grua-Talamanca. Le due famiglie appartenevano al rango della nobiltà siciliana di origine catalana. L’amante è Ludovico Vernagallo, cugino del barone di Carini. Il tradimento ci fu, ma il barone «cornuto» e il padre fingevano di ignorare che la giovane abitualmente cenava e dormiva con l’amante, dal quale aveva già diversi figli. L’incarico dell’omicidio fu assegnato in un primo tempo al marito, il quale fallì il tentativo: il primo sparo richiamò diversa gente nella camera in cui la baronessa fu sorpresa con il Vernagallo. A quel punto, sopraggiunse il padre, don Cesare, che uccise brutalmente amante e figlia con un archibugio. Perché? Dovendo del denaro al povero Vernagallo, don Cesare non trovò di meglio, per estinguere il debito, che eliminarlo. E la figlia? L’eliminazione dell’adultera serviva a occultare la vera ragione del delitto. Tutt’altro che una questione d’onore offeso. La giustizia spagnola del Regno di Sicilia chiuse un occhio, anzi due, e l’assassino se la cavò senza pena. (it)
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so:description Citazioni di Paolo Di Stefano (it)
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