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E nondimeno, è proprio Galileo che è nel vero. Perché, come siamo venuti dicendo, egli non cerca affatto nei dati sperimentali il fondamento della sua teoria; sa bene che è impossibile. E sa anche che l'esperienza, come pure la sperimentazione, eseguita nelle condizioni concrete – nell'aria e non nel vuoto, su una tavola levigata e non su un piano geometrico, ecc. – non può dare i risultati previsti dall'analisi del caso astratto. Cosí non gli passa neppure per la mente di esigerlo. Il caso astratto è un caso supposto e l'esperienza deve confermare che questa supposizione è giusta, nel limite delle sue possibilità, o, meglio, nel limite della nostra possibilità. Perché, come si è detto recentemente: «a che pro cercare il quinto decimale, quando già il secondo non ha nessun senso?. (it) |