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A questi tre astri di prima grandezza dobbiamo aggiungere come quarto Wilhelm von Humboldt, e oggi si vede sempre meglio che egli merita questo riconoscimento anche se non fu un poeta, neppure nelle sue traduzioni classicistiche, e se riversò la sua sapienza in modo del tutto libero e comprensibile soltanto nelle sue lettere. Questa sapienza è puramente umana, ma per lui la grecità è pura sostanza umana, il che vuol dire molto più che umanità. Egli non cessò mai di nutrirsene. Morì con versi di Omero sulle labbra. (it) |