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La bellezza delle grandi cattedrali, l'armonia della musica scaturita al calore della fede, la solennità della liturgia ecclesiale, la stessa realtà della festa che non si può fare, ma soltanto accettare, l'organizzazione dell'anno liturgico, nel quale si fondono insieme l'ieri e l'oggi, il tempo e l'eternità – tutte queste cose che non sono, a mio avviso, casi fortuiti e insignificanti. Il bello è lo splendore del vero, ha detto Tommaso d'Aquino, e potremmo aggiungere che l'offesa del bello è l'autoironia del vero perduto. Le espressioni, nelle quali la fede ha saputo tradursi lungo i secoli della sua storia, sono testimonianza e conferma della sua verità. (it) |