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DIECIMILA franchi svizzeri. Più altri mille e cinquecento di «spese procedurali», come per una contravvenzione un po' salata. Fanno grosso modo 7000 euro, così impara il signor Rivaldo a prendere in giro il mondo. Lui per la verità, di euro, ne incassa un po' più di sette milioni l'anno, royalties escluse, sicché la multa corrisponde grosso modo a un quarto di quel che gli entra in tasca in ciascun giorno dell'anno, vacanze comprese. Ma quel che contava era il principio, e la Fifa una volta di più si è mostrata implacabile applicatrice del suo motto: debole con i forti, forte con i deboli. Non che il turco, Hakan Unsal, non meritasse per quel gesto volgare il secondo cartellino: non si prende a pallonate un avversario, nemmeno dopo che l'arbitro gli ha regalato un rigore inverecondo. Ma il punto è che questo doveva essere, solennemente annunciato proprio dalla Fifa, il mondiale della lotta alla simulazione e alla violenza. (it) |