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Nonostante subisse le pressioni sovietiche, vissute come un tragico tormento, di Kadar apprezzai la volontà di realizzare l'unità o perlomeno la convivenza degli ungheresi che potevano contribuire alla difesa di un sentimento nazionale, qualche volta persino orgoglio, e a un progresso che lasciasse lontano il ricordo dell'Ungheria dei nobili latifondisti, dei tre milioni di senzaterra e spesso senza lavoro, della ferocia hortista e della dittatura che si abbatteva soprattutto contro i comunisti, perché per un lungo periodo furono i soli a non accettare di subirla. (it) |