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Ci sono muri invisibili, impercettibili ma non per questo meno saldi. Nella Polonia del blocco sovietico non è che impedissero la musica sacra: semplicemente nessuno la ascoltava. La censura era il silenzio. Ricordo le suggestioni: Pierre Boulez, Anton Webern. Ma anche Luigi Nono, che venne a trovarmi nei primi anni Sessanta. Era il primo musicista «dell'ovest» che mi capitava di conoscere e rammento un uomo affascinante, convinto della necessità dell'impegno civile da parte dell'artista. (it) |