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Contro l'onda informe dell'epoca, un edificio dalle linee pure e severe; contro la piattezza d'una società senza spirito, l'orgoglio inconciliabile d'una nobiltà cosciente d'una missione nel rigore d'uno stile; contro la falsa chiarezza dei fatti grezzi e delle conquiste meccaniche, il mistero d'una natura d'uomo predestinato. Non polemica d'altra parte, ma contegno; non vaga effusione in sogni e velleità, ma rilievo plastico di oggetti e situazioni definiti. E una specie di crudeltà, nell'orgoglio senza dubbi della propria esemplare realtà spirituale. Simile sapore hanno per me certe parti della Herodiade di Stéphane Mallarmé a cui questo poema di George può confrontarsi per lo splendore sidereo delle sillabe compatte in un «mot total, neuf et comme incantatoire. (it) |