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Manzoni sapeva che i costumi non sono semplice indumenteria. Hanno una loro necessità sociale e morale. Quando sulla soglia del romanzo, nel frontespizio cosiddetto «morto», dovette presentare la compagnia degli attori, per vestire don Rodrigo additò al disegnatore, come modelli, due ritratti custoditi nella Quadreria della Ca' Granda di Milano), entrambi di pittori anonimi del Seicento lombardo. E fece attribuire al personaggio una posa spavalda alla maniera dei ritratti di Van Dyck. Da questa misura screziata di connotazioni borghesi e aristocratiche formò il carattere del persecutore. (it) |