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In generale, più il suono è riverberato, più è espressivo del luogo che lo contiene. Più esso è «secco», più è suscettibile di rimandare ai limiti materiali della sua sorgente – mentre la voce rappresenta un caso particolare, poiché, al contrario, è quando essa viene privata di ogni riverbero e sentita da vicino che nel cinema è suscettibile di essere al tempo stesso la voce che lo spettatore interiorizza in quanto propria, e quella che prende totalmente possesso dello spazio diegetico: a un tempo completamente interna e invadente tutto l'universo. È ciò che abbiamo chiamato la Voce-Io . La voce deve questo statuto particolare al fatto di essere per eccellenza il suono che ci riempie provenendo da noi stessi. (it) |