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Ho creduto ciecamente nello Stato. Certe volte dico a me stesso chi me l'ha fatto fare. Avevo potere, ero capo del clan, intascavo 150 milioni al mese, in casa avevo tre camerieri. Alle istituzioni ho versato 2.500 miliardi di lire. Uno come me ormai fa parte della storia. Sto picchiando pesante, non faccio come gli altri pentiti che si tirano indietro davanti a certe responsabilità. Ho creduto e devo continuare a credere nello Stato. Come mi diceva il pm De Raho: "Nonostante tutte le ingiustizie, dobbiamo continuare a credere nella legalità. Andiamo avanti". Io vado avanti, ma a costo di enormi sacrifici. Sa quante volte ho dovuto pagare la benzina all'auto della scorta perché i ragazzi avevano buoni di società petrolifere che non ci sono nelle aree di servizio dell'autostrada? A quei poliziotti non pagano nemmeno gli straordinari, prendono due soldi. Come fa un carabiniere con due o tre figli a guadagnare 1.300 euro al mese e a essere onesto? E poi le smagliature nella sicurezza: durante il tragitto verso il tribunale ci sono sottufficiali che chiamano per sapere che percorso stiamo facendo. Io rispondo male: "Stiamo andando a trovare tua madre". Non mi fido. (it) |