Mention342956

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so:text il romanticismo, fuori d'Italia, ed anche in Italia in qualche parte, non tardò a degenerare peggio assai che il classicismo. Alle favole greche furono ben presto surrogati miti nordici; si poetizzarono Ondine, Urì, Vampiri, Norme, Peri, Alfi e Spettri. I poeti e letterati della nuova scuola, sempre in traccia del fiore azzurro e del chiaro di luna, abbandonaronsi a tutti i languori della sentimentalità, non d'altro occupati che delle loro passioni e fantasie, astratti dietro suoni d'arte e chitarre perdentisi lontano nel vuoto. Colle novelle popolarono i cimiteri; colle romanze assordarono l'aria di gemiti e di lamenti. Fu tutta una pietà elegiaca e molle, una sensibilità quasi morbosa. Fu una morìa fatale di amanti e di amate, che spariscono tutti in sullo sbocciare della vita con accompagnamento di fantasmagorie spettrali e d'immaginazioni paurose. Divenute di moda le Notti di Young, le Tombe di Hervey, l'Elegia di Gray sopra un cimitero villereccio, i Piagnistei e i Furori d'Eloisa e di Abelardo, eccoti una folla di chiomati romantici scriver Notti, Meditazioni, Canti Notturni con una vaporosa indeterminatezza di pensieri e di espressioni, ripugnante all'indole italiana. (it)
so:isPartOf https://it.wikiquote.org/wiki/Isidoro_Carini
so:description Cesare Cantù. Educatore, storico, letterato (it)
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