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Abbiamo tanti miti, freschi ed in conserva; mito marino delle Sirene, marinato; e Styka che fa da Ulisse in salamoia; Ebolo, i Lestrigoni; e Circe che tratta da porci i mariti fedeli; c'è l'orgia di Tiberio, col Salto di Tiberio, le spintrie, le sellarie; c'è Masgaba, l'architetto africano dei Cesari, Khered eddin Barbarossa, Augusto Weber, Wemyss col paniere, Spadaro, il Principe del Caucaso, Miradois, commesso viaggiatore del nuovo spirito Gotico. Poi tutti i miti messi in circolazione per il movimento dei forestieri: il «dolcissimo» vino di Capri con degustazione della poesia di Blaesus; la lana di Capri, la scarpa di Capri, la vera tartaruga di Capri, il vero corallo della Grotta Azzurra, l'onestà tradizionale che fa ritrovare tutti gli oggetti smarriti appesi ad un chiodo, in Chiesa.
Amatori del genere, nutritevi di tutti questi miti; noi facciamo del nostro meglio per confezionarne dei nuovi, ogni volta che se ne presenta l'occasione. Ma godeteveli allegramente e non recitate il De profundis in questa Capri gioiosa festosa rumorosa spassosa; pensate che l'isola deve trasportare, sul mare delle chimere, un carico leggero di capi scarichi, e tutta la zavorra dei luoghi comuni minaccia di farla affondare. (it) |