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Troppe forze, nel paese, erano ancora contrarie ai cambiamenti radicali: non soltanto l'esercito, saldamente in pugno a uomini devoti all'imperatore, e la Chiesa copta, che si era affrettata a condannare i «traditori», ma lo stesso popolo etiopico, che pure soffriva in silenzio. Germamè Neway si era illuso che i tempi fossero maturi per la rivolta ed era uscito allo scoperto, innalzando pateticamente, lo stendardo della rivoluzione. In questo errore non cadranno, tredici anni dopo, i militari del Derg, i quali agiranno con un'esasperante gradualità servendosi persino dell'imperatore per svuotare il regime sino a farlo morire. (it) |