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Eravamo stati eliminati dalla Champions League, Guardiola mi guardava come se fosse tutta colpa mia, e io pensavo: "Siamo al capolinea. È finita". Dopo quella partita ebbi come la sensazione di non essere più il benvenuto nel club e stavo male quando mi mettevo al volante della loro Audi. Stavo da schifo quando ero seduto negli spogliatoi, e Guardiola mi guardava in cagnesco come se fossi un elemento di disturbo, un estraneo. Era come un muro, un muro di pietra: da lui non ricevevo nessun segno di vita, e ogni minuto che trascorrevo con la squadra desideravo essere altrove. Non ne facevo più parte. (it) |