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Abbiamo ricordato Astori, su tutti i campi. E ci siamo emozionati ancora una volta. Perché la sua morte ci ha colpito così tanto? Non era un protagonista, non era un "divo" del calcio. E nemmeno della tv. Era solo un calciatore. Nei suoi occhi leggevamo passione, lealtà, amore per questo gioco. Nessuna esibizione di forza, arroganza e presunzione. Solo dedizione alla squadra e ai compagni. E gentilezza. Ecco: gentilezza. Lo piangiamo perché Davide è riuscito dove noi fatichiamo. È riuscito a rimanere un uomo, un padre, un marito, un figlio, un calciatore gentile. In un mondo, quello del calcio, dove l'odio, la furbizia, il denaro, la faziosità regnano indisturbati. (it) |