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A Torino fu tutto "wow", ero un giovane che arrivava in una Juventus da PlayStation nella quale sognava di consacrarsi. All'Inter ci fu uno step in avanti, mi dicevano: "Questo è il contratto: vai e facci vincere". Andò alla grande, ma non mi sono mai sentito forte come al Milan: lì c'era un gruppo di campioni all'ultimissima fase della propria storia, io feci il massimo per trascinarli. Forse per questo furono anni speciali, che mi restituirono la felicità dopo i problemi a Barcellona. (it) |