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Da questa concordia fondata in un affetto ed una devozione comune alle libertà costituzionali di cui s'ispirano le vostre deliberazioni, i giusti estimatori delle cose trarranno argomento di lode per voi, di speranza per lo Stato. Quando cosiffatta concordia fu più necessaria che in questi tempi, dappoiché molti popoli di Europa, miseramente bersagliati da rivoluzioni insensate a reazioni stupide, videro dileguarsi quelle libertà che parevano assicurate all'età nostra da decreto di Provvidenza divina e da legge di umano progresso? A chi la concordia è più necessaria e a noi, i quali, avendo, per singolare benefizio di Dio, preservati dalla universale distruzione gli ordini costituzionali fondati nel 1848, siamo stretti dal debito di conservare e di usufruttare a benefizio di questo regno, a benefizio d'Italia, a benefizio della universale civiltà, le tradizioni di quella politica liberale da cui, checché altri avvisi, è pur certo che i popoli moderni non possono lungamente traviare, senza rovinare al dispotismo, e dal dispotismo alla barbarie che ne sarebbe funesta ed inevitabile conseguenza? Nel compire il grave assunto che incombe al nostro Governo ed alla nostra nazione, a voi, signori, spetta una gran parte, giacché, nel reggimento costituzionale, alla Camera elettiva, espressione diretta ed immediata del voto popolare, appartiene principalmente estrinsecare quell'opinione libera, illuminata e perseverante la cui prevalenza è il carattere di cui s'informano gli ordini liberi. (it) |