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Il Carnevale, dunque, come tutto il teatro folklorico, proprio perché canalizza la protesta entro alcuni schemi culturali predeterminati, la gestisce, la inserisce in un orizzonte al di là della storia, la risolve conferendole uno sbocco sul piano dell'immaginario.
E così il teatro popolare assume la realtà, la testimonia, la trasforma. Ma è trasformazione fantastica, non realistica; essa si svolge non sul piano della prassi – che resta rigidamente vincolato dall'ordine –, ma sul piano della fantasia, dove il ribaltamento dell'ordine, è possibile, dove la ribellione, la protesta sono tollerate.
E qui la protesta incontra il suo limite, la sua efficacia si tramuta in inefficacia, la ribellione serve paradossalmente all'integrazione. (it) |