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A un mondo fissato in schemi rigidi e chiuso sul proprio autofunzionamento, Agnetti risponde con una strategia del linguaggio inteso come eversione permanente, dove, paradossalmente, l'arte serve a spingere la vita verso una condizione d'impossibilità: per vita s'intende la globalità dei fenomeni collegati alla trasformazione del mondo. La vita si organizza secondo possibilità funzionali al sistema produttivo. L'economia è il campo dove i progetti diventano atto e pratica conciliante. Per Agnetti l'arte, come pratica mentale contraria e alternativa, vive invece un doppio momento: quello della sua libertà e quello della sua necessità. (it) |