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Il passato sapeva distinguere le istituzioni dalle persone: si poteva disprezzare un Re o un Papa senza mettere per nulla in discussione il principio della monarchia o del Papato. Si sapeva che un'istituzione sana – un'istituzione venuta da Dio – restava feconda anche attraverso il più imperfetto degli uomini. I capi politici e religiosi erano allora degli anelli di congiunzione tra Dio e gli uomini: si attribuiva più importanza a ciò che essi trasmettevano che non a ciò che erano. L'altare sosteneva il prete, il trono il re. Oggi si chiede al re di portare il trono, al prete di sostenere l'altare. Le istituzioni si giustificano agli occhi delle folle solo attraverso il genio o il magnetismo di qualche individuo. Questa esigenza porta con sé due rovinose conseguenze: impone agli sventurati "portatori" delle istituzioni un grado di tensione e di attività veramente inumano, e, correlativamente, lega la sorte delle istituzioni ai miserabili casi individuali. (it) |