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Quel mondo era ed è bensì sgombro di per sé, dinanzi ai due giovani ingenui sopravvissuti Alëša e Dmítrij, illuminato da sempre da una luce limpida e impietosa, alla quale si può socchiudere gli occhi, per cominciare a vivervi, soltanto sotto il segno pesantissimo della colpa: e non la colpa giovanile del desiderio di parricidio . Bensì una colpa infinita la colpa universale di cui parlano Dmítrij rinato e Alëša alla fine: una volontà di soffrire e pagare "per tutto gli uomini", per sempre, verso una meta invisibile e sconosciuta. (it) |