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Tonino professionalmente era molto esigente. E anche umanamente. É stato faticosissimo. Ero piccola, era un film fantastico, importantissimo, fortissimo; non so, forse a sedici anni non ero pronta per quelle emozioni, per emozioni così forti. Non ero neanche in grado di elaborarle, di riviverle, quindi di ricrearle. Probabilmente poi, comunque sia, ce l’ho fatta, perché secondo me… in realtà, poi è un prodotto fantastico. Lui mi ha aiutato naturalmente tantissimo, perché è tutto farina del suo sacco, perché lui ha tirato fuori tutto questo. Forse doveva agire in quel modo per tirarlo fuori, però… mi ha massacrata. Mi ha massacrata, e lui anche umanamente era una persona faticosa, nel senso che lui era molto incentrato su sé stesso, e quindi aveva i suoi ritmi, i suoi tempi, che non coincidevano con quelli di una bambina di quindici anni che andava a scuola. A me è capitato di andare avanti, di lavorare fino alle undici di sera, e il giorno dopo dover andare a scuola. E i turni fino alle undici non esistono. Ma lui aveva cominciato più tardi per motivi suoi, e quindi poi voleva finire la scena, perché era giusto finirla, per carità, quindi si andava ad oltranza. Perdevi la cognizione del tempo, però poi il prodotto è fantastico, lui mi ha insegnato tantissimo, è grazie a lui se probabilmente io sono ancora qua. Era una scommessa, io non ho fatto il provino: avevano chiesto i provini, lui ha mandato solo il mio provino. Quindi, ha anche un po’ “fregato”: però questa cosa poi si sa, si è saputa. Lui ha detto: “No, è lei!”. E io non facevo niente, non facevo ancora cose importanti, per cui lui ha avuto proprio… non dico un colpo di genio nel senso, ha scommesso, ha voluto scommettere e ce l’ha fatta, ma perché lui era talmente geniale che avrebbe potuto scommettere, come ha scommesso su me, su qualcun altro e il prodotto sarebbe stato, comunque, così bello e positivo. (it) |