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Ed ecco, mentre chiamavo la kellerina per pagare la mia consumazione, capii a chi somigliava quell'uomo. A Haarmann somigliava, allo stupratore di fanciulli di Hannover, il cui processo da non molto tempo aveva tanto fatto parlar di sé. Questo barbablù omosessuale era riuscito ad attirare in casa sua dai trenta ai quaranta ragazzetti, ai quali, nell'atto dell'amore, mordeva la gola, e dei poveri corpi straziati faceva salsicce. La somiglianza tra quei due uomini mi colpì. I baffetti, il riccio in fronte, lo sguardo sornione, la bocca piagnucolosa ad un tempo e rozza, la fronte cocciuta e persino quel naso repugnante. Tal quale!
Possibile che un paese, che era stato tanto orgoglioso dei suoi poeti e dei suoi pensatori, accettasse una tale cimice per «l'uomo del destino»? , p. 223) (it) |