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Che cosa è fede? È una credenza in realtà oltremondane, nelle quali l’immaginazione regna sovrana, e magari in verità espresse da Scritture definite al di fuori di ogni razionalità “sacre”, e la cui interpretazione permette di dedurre tutto e il contrario di tutto? Oppure è il cammino dell’intelligenza, anzi di tutto l’essere, verso l’Assoluto, che proprio per questo rimuove ogni relativo, ogni preteso sapere, fa il vuoto nell’anima nostra e conduce nel nulla, in quella “notte”, dalla quale soltanto può sorgere l’aurora, ovvero mostrarsi la luce eterna? Queste due domande appartengono – ritengo – ad ogni coscienza pensante, di sempre, ma tanto più nel nostro tempo, ovvero dopo l’Illuminismo, dopo la filologia contemporanea, che ci rende oltremodo problematica quella fede come credenza e quella adesione alla Scrittura che era, forse, possibile, ad un uomo del medioevo. Dobbiamo fingere di credere all’esistenza di personaggi e di eventi biblici di cui è stato dimostrato che hanno la stessa realtà storica degli eroi omerici e della guerra di Troia? (it) |