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Ho sempre desiderato di non smettere mai di credere che le grandi opere dell'anima siano più obiettive di noi. Saranno esse a giudicarci. Qualcuno ha detto bene che non siamo solo noi a leggere Omero, guardare gli affreschi di Giotto, ascoltare Mozart, ma che anche Omero, Giotto e Mozart ci osservano, ascoltano e constatano la nostra inconsistenza e stupidità. I poveri utopisti, debuttanti in storia, incendiari di musei, rottamatori del passato, sono simili a quei folli che distruggono le opere d'arte cui non perdonano la calma, la dignità e quella loro fresca capacità di irradiare. (it) |