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Passiamo sulle case di Egersà; ed ecco, lontano, su un piano inclinato, Addis Abeba, biancheggiante in un bosco immenso. Le siamo sopra e vi caliamo a vite. Sembra d'essere risucchiati da un gorgo. I giovani piloti gettano la macchina quasi pancia a terra. Sentiamo l'odore degli eucalipti. Riconosciamo San Giorgio, il Ghebbi, il monumento di Menelik, l'ospedale italiano della Consolata, il Leone di Giuda dinanzi alla stazione. Risaliamo, discendiamo, ridendo, allegri di toccare quasi la mèta, alla quale condurremo tra giorni la vittoria senz'ali. (it) |