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Lo Zola non è stato un dotto, né come filosofo, né come letterato. Ciò gli ha nociuto e giovato, crediamo, nel medesimo tempo. Gli ha nociuto, facendogli accogliere con poca critica e non sempre esatta e compiuta cognizione le dottrine e i sistemi, a cui ha conformato l'opera sua; gli ha giovato, salvandogli una specie d'artistica verginità, per cui non c'è audacia che l'abbia sgomentato, né modelli, né freni d'arte, che l'abbiano trattenuto negli argomenti da lui prescelti e nelle atroci realtà di ogni fatta, da lui dipinte con quella sua potenza, che dove ancora vi pare prolissa, o vi sazia, o addirittura vi nausea, non cessa per questo d'avervi vinti, affascinati, conquistati e di stamparsi incancellabile nell'animo dei lettori più riluttanti. Questo egli ha per lo meno di comune coi grandi scrittori di vera fama mondiale. (it) |