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E arriviamo al 1943: la seduta del Gran consiglio del 25 luglio che porta alla caduta del fascismo; l'armistizio dell'8 settembre; la divisione dell'Italia in due con la nascita a Nord della repubblica di Salò. In novembre, a Milano, Silvestri viene arrestato a seguito di un attentato all'ufficio turistico tedesco. Stavolta è Mussolini in persona a intercedere per farlo rimettere in libertà. Lui lo ringrazia con lettere fin troppo affettuose in cui addirittura lo chiama «papà» . Finalmente Mussolini lo riceve e nei primi colloqui tornano a parlare dell'uccisione di Matteotti. Il Duce lo convince che, all'epoca, era in procinto di «aprire ai socialisti» e che la «destra», per ostacolare questo disegno, gli avrebbe gettato tra i piedi quell'ingombrante cadavere. Silvestri sposa in pieno questa inverosimile versione dei fatti e a favore della tesi dell'estraneità di Mussolini all'uccisione del parlamentare socialista deporrà al processo del 1947 . (it) |