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A Moravia deve essere accaduto qualcosa. Non oggi, non ieri; in tempi preistorici, sepolti nelle profondità di un totale oblìo. È come se egli, essendo ancora piccolo bambino, avesse spiato e sorpreso quello che un altro pazzo – l'autore dell' – chiamava, con le bave alla bocca «l'amplesso»; e – come succede ai pargoli maldesti – scambiato questo con un'aggressione; un atto sadico. Ne restò fortemente impressionato. Poi dimenticò. Ma era ormai – senza saperlo – fissato a quell'immagine mostruosa e irreale. Essa improntò, non dico la sua vita ; ma la sua arte. Ma è peccato. È peccato, perché Moravia non è solo scrittore d'ingegno, ma forse anche di genio. (it) |