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Un nome, l'antico nome del lago, viene spontaneo sulle labbra, speculum Dianae; senz'altro, lo si vede come doveva essere nei secoli remoti in cui si celebravano riti di sangue; circondato da vaste e nere foreste, deserto, quando i suoi silenzi non eran turbati che dal bramito dei cervi o dal passo delle cerve che venivano a bere: il cacciatore, il montanaro che scorgeva dall'alto d'una roccia la sua immobile chiarità glauca, sentiva la sua carne fremere, come se avesse visto gli occhi chiari della dea; in fondo a quella gola, sotto gli eterni pini e la solitudine inviolata delle querce secolari, il lago riluceva, tragico e casto, e la sua onda metallica, coi suoi riflessi d'acciaio, era lo «specchio di Diana. (it) |