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Sembra incredibile che nel terzo millennio si debba ritornare a rimettere in discussione la legge sull'aborto, sembra impossibile che si debba ritornare nelle piazze a rivendicare un diritto che sembrava ormai inalienabile, ed invece eccoci qui a rispondere ad attacchi che avrebbero dovuto ormai far parte di un passato che credevamo lontano. Le altissime personalità, ecclesiastiche, clericali o neoclericali, vogliono rimettere in discussione la legge sull'aborto; ora, è vero che tutte le leggi sono modificabili, nessuno esclude la possibilità di migliorarle, ma mi sembra che la tendenza sia quella restrittiva piuttosto che migliorativa. E nessuno per esempio ha affrontato fino ad ora il problema dell'obiezione di coscienza. L'obiezione di coscienza aveva un senso quando la legge è entrata in vigore. Chi allora faceva il ginecologo, aveva scelto una professione che non contemplava il diritto della donna a decidere, ed eventualmente ad abortire. Oggi, invece, che il diritto della donna all'interruzione di gravidanza esiste da tempo, l'obiezione del ginecologo o dell'infermiere lede quel diritto. In molti casi, anzi, lo vanifica. (it) |