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L'invidia degli artisti sobillati dal Laboreur, dal Pacetti, dal Marchionni, dal Battoni, non lasciò in pace il Canova, che essi motteggiavano con modi scurrili e indecenti, e giuocando sul suo nome lo dicevano Sor-ca-nova, ovvero cacatanova, e quando si scoprì il mausoleo del Ganganelli, in cui sono le statue della Fortezza e della Temperanza, fu divulgata una satira affissa al caffè a Piazza di Pietra che diceva: «Chi avesse trovato la gamba della Temperanza, la porti nella sagrestia dei. Apostoli che gli sarà data conveniente mancia. (it) |