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Alto, ossuto, le guance scavate dall'ombra nerastra di una barba mal tagliata; occhi scintillanti sotto folte sopracciglia; mani e piedi grandi e robusti, sobrio nei gesti, prudentissimo nel linguaggio, cortese nei modi. Così ci apparve per la prima volta il gen. Abdel Karim el Kassem nel corso della sua prima conferenza stampa, in un'afosa stanzaccia del «Serraglio», la Presidenza del Consiglio irakeno, all'indomani del colpo di Stato che aveva spazzato via da Bagdad i capi di una corrotta monarchia e quel vecchio arnese dell'imperialismo britannico che era Nuri Es Said. (it) |