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Poche furono le opere da lui eseguite rispetto al tempo della sua vita non breve, la consuetudine che tenne di passare quasi metà dell'anno in Carrara poco meno che inoperoso, e per quella sua naturale incontentabilità che gli faceva moltiplicare le prove e guastare più modelli, avanti di trovar quello che gli soddisfacesse. E di questo dispregio per le sue creazioni, volle dar prova perfino nell'atto di sua ultima volontà, disponendo che all'infuori dei gruppi del S. Michele e delle Danzatrici da esso destinati in dono all'Accademia di Carrara, si spezzassero tutti i suoi modelli così delle opere già condotte in marmo, come delle altre che restavano a condursi. (it) |