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Ma io sono essenzialmente un cuoco, passo qui dentro sedici ore al giorno, cucinare è un atto d'amore perché lo fai per gli altri. Vale anche per gli chef: cambia la difficoltà, non l'atto. Il difficile è capire il cliente, conoscerlo, intuirlo quando si mette a tavola, decidere dopo due parole cosa gli piacerà oppure no. Mi sento un po' psicologo e un po' alchimista. In Italia abbiamo l'immensa fortuna delle materie prime e della tradizione, se si mangia male la colpa è sempre di chi non sa cucinare, mai del cibo. (it) |