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Sono appena stato con Sua Maestà per oltre tre ore. Ho cercato di convincerlo a partire con me per il Lasta o il Beghemeder e ad attivare il sostegno del popolo alla Corona. Una volta che le province montanare avessero dimostrato la loro piena solidarietà al sovrano e alla nazione, c'era ben poco che l'esercito avrebbe potuto fare nella capitale. L'imperatore mi rispose con voce alterata: «Ma perché dovremmo abbandonare Addis Abeba, non lo sai che noi abbiamo tutto sotto controllo?». Gli risposi che, per quanto ne sapevo io, le cose non erano affatto normali. Il primo ministro Endelcacciù Maconnen dipendeva virtualmente dal cosiddetto Comitato di coordinamento delle Froze Armate e il governo accettava ogni richiesta che i militari avessero fatto. Per qualche istante l'imperatore rimase in silenzio; poi, all'improvviso, come se si fosse risvegliato da un sogno, mi rivolse uno sguardo affettuoso ma risoluto, e disse: «No, la furia dell'uragano presto calerà e le cose torneranno come prima. Non voglio essere accusato, per la seconda volta nella mia vita, di aver abbandonato il mio popolo al suo destino. (it) |