so:text
|
Tutte le testimonianze già note intorno al poeta di Goito sono state diligentemente raccolte e vagliate; parecchie ignote sono tornate alla luce: le liriche stesse del trovatore, fin qui inedite o sparsamente divulgate, hanno rinvenuto un editor acuto ed amoroso e numerosi illustratori. Il risultato di questo lavorìo non può tuttavia dirsi sotto certi rispetti molto confortante; giacché la realtà storica del Sordello dantesco ne ha ricevuto un colpo fiero così che sembra attenuarsi sempre più e dileguare. «Si direbbe che Dante, conscio di non poter lasciare il suo eroe congiunto colla terra senza diminuirne la figura, abbia voluto staccarnelo affatto e circondarlo della pura atmosfera d'una vita ideale». Così scrive il Parodi, che si mostra incline, come i più competenti ormai tra i cultori degli studi danteschi, a conchiudere che sotto le spoglie del concittadino di Virgilio, ardente tutto di patria carità, l'Alighieri finì, volente o nolente, per ritrarre non altri che se stesso. (it) |