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Ma ora | che l'invecchiare mi scrolla le membra | e brinda con le mie ossa dentro la pelle, | vorrei alzarmi di scatto e correre via | a sorseggiare i piaceri perduti, | a gioire, a pentirmi della gioia e sentirne pena, | a morire invalido per il piacere tardivo, | nella puzza, nel sudiciume, nella vergogna, abbandonato | come un cane idrofobo sul letamaio. | Ma anche questo, come tutto, è un sogno. | Se non mi sono destato sinora, lo so, | russerò ormai sino alla morte. Forse | l'agonia mi soppeserà da sveglio, | col metro di ogni mancanza. Forse, | mi sveglierò nel silenzio, oltre il sogno. (it) |