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Avevo una cameretta piccolissima, e in certi periodi, tra i diciotto e i diciannove anni, non uscivo letteralmente per tre o quattro settimane. Restavo lì dentro giorno dopo giorno, il sole era cocente e io avevo le tende chiuse. Me ne stavo seduto da solo, quasi al buio, con la macchina da scrivere, circondato di tantissima carta Le pareti erano completamente ricoperte da poster di James Dean, quasi al limite della claustrofobia, e avevo dei foglietti appiccicati ovunque con delle riflessioni profonde. Sembrava quasi che ci fossi nato in quella stanza. Tutto ciò che mi ha reso come sono è lì dentro. Avevo un terribile complesso del territorio. Ero maniacale: ogni cosa era in ordine cronologico: un posto per tutto, tutto al suo posto. Ossessione totale. Oggi mi sembra una cosa completamente folle. È strano come le cose che prima sembravano tanto importanti, alla fine non contino più. (it) |