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Noi tendiamo a sottovalutare il fatto che fino agli anni ’50 circa anche nel mondo occidentale, così come oggi nell’Africa Subsahariana, i bambini si ammalavano e potevano morire di malattie infettive, che erano ancora le principali cause di morte. Dagli anni 60-70 le malattie infettive si sono progressivamente ritirate e grazie ai vaccini sono rare e non letali nel mondo occidentale. La paura che c’era ai primi del ’900 delle malattie infettive oggi non c’è più. Allora la percezione del rischio vaccino era contrastata dalla percezione del rischio vaiolo, morbillo, difterite, tubercolosi, polio, adesso no. Non si vedono quasi più bambini e persone che ti muoiono vicino per malattie infettive. Questa sparizione di uno stimolo ambientale che consentiva alle persone di accettare un rischio vaccino o l’ingerenza dello Stato, adesso si è quasi del tutto assottigliato. Dipendiamo da altri fattori se vogliamo che le persone partecipino alle campagne vaccinali: il primo è la fiducia nel funzionamento della democrazia e delle istituzioni. Cosa che in Italia rimane ai minimi. (it) |